ALL’AUSTRALIAN OPEN CON GLI OCCHI DI ETTORE ZITO, IL COACH SIRACUSANO DI MATTEK-SANDS: “LA QUARANTENA È STATA TOSTA. CARUSO SE LA GIOCA CON TUTTI”

Tennis Sicilia ha intervistato Ettore Zito, l’allenatore siciliano di Bethanie Mattek-Sands, ex numero 1 WTA di doppio e medaglia d’oro nel doppio misto a Rio 2016. Il siracusano ci ha raccontato come sta vivendo la tournée australiana, fra quarantene inaspettate, arene piene e il grande momento di Salvo Caruso visto dalla tribuna.

Un buon allenatore lo riconosci subito. Io, per esempio, ho capito che Ettore Zito è un grande coach quando mi è arrivato il suo messaggio che diceva “Ciao Antonio, va bene se l’intervista la facciamo ora?”. Io in quel momento ero fuori a fare una corsa ed ero in una fase — diciamo — poco proficua dell’attività. Ma appena ho scoperto che, nonostante le 10 ore di fuso orario che ci separavano, saremmo comunque riusciti a fare una chiacchierata, ho riesumato delle energie che non sapevo di avere e sono scappato a casa a velocità a me sconosciute. Prima di cominciare, insomma, sapevo già di avere a che fare con un gran motivatore.

Non potrebbe essere altrimenti, d’altronde. Lui, siracusano, a soli 29 anni è già stato a lungo l’allenatore del tennista James Cerretani, prima di diventare l’attuale coach di Bethanie Mattek-Sands — 35enne, numero 1 WTA di doppio nel 2017, e medaglia d’oro nel misto a Rio 2016. Il fuso orario che ci separa è dovuto al fatto che Ettore ha accompagnato proprio la giocatrice statunitense nella tournée australiana. 

È già notte per lui quando ci sentiamo. “Oggi ho potuto finalmente fare un giro per Melbourne, nonostante siamo già qui da metà gennaio, perché i giorni in cui avrei potuto girare un po’ me li sono dovuti passare in camera”, racconta. Lui e Mattek-Sands, infatti, erano fra gli sfortunati passeggeri dei voli per l’Australia da cui sono sbarcati due positivi al Coronavirus. Risultato: l’obbligo a 14 giorni di quarantena in hotel, senza neanche poter andare ad allenarsi per le cinque ore al giorno che la federazione australiana aveva promesso a tutti gli atleti.

Onestamente finora è stata tosta. Io per fortuna sono riuscito a gestirla bene anche perché ero in camera con Cary Galeano, il mio osteopata di Siracusa che sta aiutando pure Bethanie in queste settimane”. Ma l’ambiente rimaneva comunque ostile: “Le finestre non si potevano aprire, era difficile prendere sonno facendo così poca attività. Anche lo staff dell’hotel ci trattava un po’ come degli appestati (ride, ndr). Erano terrorizzati: lasciavano le buste con i pranzi davanti la porta, bussavano e scappavano. Una situazione estrema. Ora diverte raccontarla, ma quando ce l’hanno comunicata non è stata una bella notizia”.

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