In guerra coi media, sfiduciata, fuori dalle 100: la triste caduta di Raducanu

Questo articolo è stato pubblicato sul sito della Gazzetta dello Sport.

 

Se cercate l’ultimo risultato di Emma Raducanu, invece del punteggio, accanto alla partita troverete la dicitura “Cancellata”. Non c’è parola che oggi vesta meglio la tennista britannica, pronta a scivolare fuori dalla Top 100 meno di un anno dopo essere stata la numero 10 al mondo. Raducanu, che aveva incantato il mondo del tennis con la sua sorprendente vittoria dello Us Open 2021, avrebbe dovuto giocare il suo match di primo turno a Madrid contro Viktoriya Tomova, ma si è ritirata per colpa di un infortunio alla mano destra. I suoi guai fisici ormai non si contano più. Ne ha avuti di tutti i tipi, nell’ultimo anno e mezzo: gambe, schiena, addome, piedi, mani, polsi.

SILENZIO STAMPA

Eh, quella tendinite ai polsi. Per distacco la parte del corpo che più noie le ha dato negli ultimi tempi. Come staranno, in effetti, i polsi di Emma Raducanu? Se lo chiedevano i giornalisti britannici in sala stampa. Perché lei, nonostante non ci abbia giocato, a Madrid c’è andata. Di fatto, solo per la rituale conferenza pre-torneo, fra le più surreali mai viste nel circuito. Tre minuti, 16 domande, 58 parole in risposta, non una di più. “Ciao Emma, come va?”. “Bene, tu?”. “Bene, come stai fisicamente?”. “Ok”. “I polsi?”. “Ok”. “E del tuo tabellone, che ne pensi?”. “È quello che è”. “Potresti giocare contro Jodie Burrage, è tua amica, no?”. “Già”. E poco altro, finché l’addetto stampa della Wta non ha suggerito ai presenti di chiuderla lì, nell’imbarazzo della sala. Come cambiano le cose, come logorano le sconfitte: esattamente un anno prima, nello stesso luogo, Raducanu scherzava coi media, raccontava aneddoti del liceo e rispondeva speranzosa che “anche nella sconfitta, trovo che sia una gran bella sfida tirarmi su”.

NUOVO INIZIO

Non è la prima volta che la giovanissima Emma va in guerra con i media, ma è di certo la più eclatante. Stremata dalla caccia di titoli dei tabloid, tante volte gli ha chiesto se scherzassero, se davvero credessero che lei si sentisse schiacciata dalla pressione. “Non c’è pressione. Perché dovrebbe essercene? Ho 20 anni e ho vinto uno Slam. La pressione semmai dovrebbe essere sugli altri”, continuava a rispondere. Dopo l’ultimo Us Open, quello a cui era arrivata da campionessa in carica ed è uscita con una malinconica sconfitta al primo turno, si era presentata in sala stampa con un cappellino a coprirle il volto afflitto. Guardando in basso diceva di essere “Felice, in un certo senso. È un nuovo inizio. Cadrò giù nel ranking, ma sarà un’altra occasione per risalire senza avere un bersaglio attaccato sulla schiena”.

VECCHI FANTASMI

Il nuovo inizio, però, non è stato altro che un prolungamento dello strazio che è stata la sua carriera nell’ultimo anno e mezzo. Raducanu ha smarrito la spensieratezza che l’aveva portata a diventare la prima persona a vincere un major partendo dalle qualificazioni, e da quel fatidico settembre 2021, quando ha perso la condizione di Cenerentola, non è mai più riuscita a trovare quella scintilla. Nei 19 mesi successivi ha collezionato più sconfitte che vittorie (28 contro 24) e ha cambiato cinque coach, bocciati uno dopo l’altro come se nessuno potesse trovare gli attrezzi giusti per far ripartire la macchina. Con l’ultimo arrivato, Sebastian Sachs, aveva da poco detto di sentirsi “bene e fiduciosa” rispetto al lavoro che stavano facendo, che in sei mesi sarebbe tornata ai livelli di competitività che la gente si aspetta da lei. Chissà se ci credeva davvero.

PIÙ SOLDI CHE PUNTI

In tutto questo, aprire i suoi profili social è come entrare in un universo parallelo. Lì dove va tutto bene, ci sono solo sorrisi e ogni post è un cartellone pubblicitario che proietta ai milioni di followers un mondo dove lei è ancora la stella più brillante del firmamento tennistico. Aziende telefoniche, compagnie aeree, auto da corsa, gioielli di lusso, banche, acque minerali da ristoranti stellati: una foto dopo l’altra, sfilano tutte le marche che, dopo la vittoria dello Slam, l’hanno pagata milioni di sterline per essere la loro ambasciatrice. Ormai iniziano a essere gli unici contenuti della sua bacheca, visto che — ha confessato — i social non li guarda più per schivare tutto l’odio che riceve. I soldi, se non altro, potevano essere una buona consolazione dalle sconfitte, ma non è detto che durino in eterno. Come ha sollevato il Telegraph, molti tennisti hanno contratti vincolati al loro ranking e l’essere uscita dalla cifra simbolica dei primi 100 potrebbe voler dire che qualcuno fra i suoi otto sponsor scenderà dalla barca. Se non altro, quei 2,5 milioni di follower e la speranza che, prima o poi, le cose tornino magicamente a girare rimangono una scusa sufficiente per farle avere inviti ai tornei dove non potrebbe entrare per ranking. Ma per quanto ancora potrà andare avanti così? Non aspettatevi una risposta da lei: ultimamente nemmeno parla più.

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